NON E' MAI TROPPO IN TEMPO

NON E' MAI TROPPO IN TEMPO

La Smart fortwo ha lasciato il palcoscenico dopo 26 anni, e tre generazioni, fra pubblico in piedi a battere le mani all'unico modello dei nostri tempi davvero urbano per dimensioni e lanci di rose rosse, metafora di auto con le spine per la vendita sotto le attese e il colore dei suoi bilanci. Chiuso il sipario, tuttavia, non c'è ancora il bis per un'auto così originale quanto fuori sincrono.
Sembra sincero l'amministratore delgato di Smart Europa, Dirk Adelmann: "Non abbiamo il pianale adatto e stiamo cercando un partner per condividere gli oneri di sviluppo". Di certo, spiega Adelmann, se tornerà dovrà essere un'automobile e non un quadriciclo:"Abbiamo salvato il nome #2 per qualcosa di speciale". Nell'attesa, alla storia della Smart fortwo va reso onore non soltanto per il coraggio della Mercedes di scendere dal piedistallo dell'auto di gamma, ma perchè un'auto fuori sincrono non è da tutti. La sicronia la si ritrova da subito, agli inizi degli anni '90. Nicolas Hayek, il geniale orologiaio svizzetro degli Swatch lanciati nel 1983 tra lo scetticismo dei mercati, pensa alla smart come una due posti ibrida di 2,50 metri di lunghezza. Papà libanese e mamma americana, Hayek riceve dei no dai tradizionali costruttori di auto piccole, cui invano propone l'idea. Il primo della Fiat di Cesare Romiti e Paolo Cantarella, poi dalla Volkswagen. Finchè, nel 1995, al volante del gruppo Daimler arriva Jurgen Schrempp, che vuole rivoluzionare il mondo Mercedes. Il manager sposa la proposta dell'orologiaio, che presenta due prototipi. Il '98 è l'anno della commercilizzazione e l'immagine della Smart fortwo continuerà ad andare per conto suo. Risultati finanziari in perdita, con un primo sostanziale pareggio soltanto nel 2007 e poi non più, molti WOW e qualche battuta, come quella di un perfido collega inglese che provando la prima serie scrive: "Stasera ci esco, carico la mia ragazza o una cassa di birra?". Macchina comunque intelligente di nome e di fatto per la città. Roma, disordinata e comprensiva per chi parcheggia la piccola tedesca perpendicolare al marciapiede come una Vespa, diventa la caput mundi delle richieste di fortwo: nei primi 15 anni di commercializzazione, sono nel complesso 1,4 milioni le unità vendute, di cui 400 mila appartegono all'Italia e ben 125.550 alla capitale. La Smart fortwo osa anche a New York. e' il 2008 e dieter Zetsche, il nuovo ceo della DaimlerChrysler decide di venderla in Nord america. Il New York Time sfotte Zetsche per ciò che aveva sostenuto tempo prima, riportando le sue parole: "la ragione per cui si compra un'auto piccola è che non ci si può permettere di comprare una grande". il manager tedesco si pentirà dello sbarco oltreoceano e nell'aprile del 2019 chiuderà l'avventura americana della fortwo. Nel 2017, al salone di Francoforte viene annunciato che dal 2020 la Smart fortwo sarà esclusivamente elttrica, ma Roma non è l'Upper West Side e nel triangolo romano scatta il panico: faranno affari d'oro soltanto coloro che vendono le ultime fortwo con motori termici.
Ma è il tempo dei cinesi. nel 2019, la Daimler assicura il futuro del marchio elettrico Smart in una joint venture con il gruppo Geely che può contare su economie di scala mai avute dai tedeschi, se non con la Renault per la forfour.
Al recente salone di Pechino viene presentata la #5, prototipo di una Suv di media grandezza. E si capisce meglio perchè l'erede della fortwo sia ancora in cerca di autore.