FARE DI UN RIFIUTO UNA RISORSA

FARE DI UN RIFIUTO UNA RISORSA

altrimenti diventa un fardello.
Va dritto al punto il ceo di Safe, l'hub di consorzi per l'economia circolare. Grazie ai dati dell'hub, esploreremo questo nuovo modello di produzione e consumo che prevede condivisione, noleggio, riutilizzo, riparazione e riciclo. "L'economia circolare deve portare davvero al reimpiego delle materie prime, perchè ne abbiamo un disperato bisogno".
L'Italia, lo sappiamo è un Paese molto svantaggiato a livello minerario: una carenza che, con le nuove tecnologie e l'ascesa delle auto elttriche, sta diventando tragica. Il nostro sottosuolo non offre tutte le materie prime cruciali: guardando solo alle auto, oltre il 60% del cobalto è estratto nella Reppublica del Congo, l'80% del magnesio in Cina e sempre da Pechino arriva la maggior parte delle terre rare.
Per non parlare del litio, ad oggi i maggiori produttori sono la CIna e l'Australia; l'Europa si è già mossa per cercare altre fonti interne.
A prescindere dalla provenienza, il raffiatore è sempre uno: la Cina.
Così, da economico e ambientale il tema diventa anche geopolitico, con l'economia circolare che si rivela strategica su più fronti. Permette di recuperare direttamente sul nostro territorio materie prime che abbiamo già pagato più volte, aiutare l'ambiente e creare posti di lavoro.
Ma come si realizza una vera economia circolare?
Ci sono tre punti essenziali, "il primo è attuare il riciclo tramite buone filiere", che prevedeche si rrivi a una materia prima "seconda" da reimettere nel sistema. Stabilito un percorso, servono regole, vengono stilati disciplinari per il riciclo dei diversi rifiuti,garantendo così circolarità e devono esserci controlli costanti e su tutta la filiera.
Il cambio è importante: oltre a costruire, vendere e fare assistenza, le imprese si devono occupare anche del riciclo dei propri prodotti.
Ci si è subito resi conto che la filiera dei rifiuti elettrici non era semplice. Le materie prime più difficili, le più impattanti, come le plastiche o le scheda elettroniche, non si sapeva dove andassero a finire.
Nel 2022, poi, un altro passo avanti: nasce Replae, che affida ai costruttori di apparacchiature alettriche la plastica derivata proprio dal post-consumo di quei prodotti.
Per il secondo esempio restiamo a bordo delle vetture perchè parliamo delle batterie al litio. Riciclarlo in Italia è fondamentale per dipendere sempre meno all'estero.
"Il riciclo parte dalle automobili ed ecco che arriva subito un primo problema: perfino gli autodemolitori più illuminati si limitano a preparare la vettura.
Per questo è nata la filiera ad hoc, Ecopower, che insieme al produttore di batterei Midac e a un finanziamento dell'Unine Europea, sta realizzando un'impianto pilota in Veneto per il reciclo degli accumulatori esausti".
Fare tutto in casa diventa un'occasione per impadronirsi di una materia prima di valore, creare posti di lavoro e consentirre la crescita di un'economia del riciclo.
Arriva il terzo esmpio, il tessile: una filiera che è nata dalla consapevolezza dei produttori, pensate ai rivestimenti dei sedili e alla loro imbottitura, ma anche ai tappetini e agli scarti di lavorazione.
Fanno parte del cosidetto "fluff", l'ammasso di materiali che rimane dopo il riciclaggio dei rottami metallici e ferrosi e corrisponde al 25% del peso della vettura. fino a poco tempo fà il fluff era destinato alla termovalorizzazione, ma oggisi lavora per dargli nuova vita.
Sempre più case automobilistiche trasformano i pellami in borse, gli airbag in giacche e pantaloni e i tessuti in abiti.
"I produttori più consapevoli sono partiti in maniera autonoma, investendo tempo, denaro e risorse di loro iniziativa".
Come dire: SE VUOI, PUOI. E DOVE LA VOLONTA' NON DOVESSE BASTARE, C'E' IL BISONO.O LA LEGGE.